Don Giovanni

Il Gruppo Teatrolaboratorio con lo spettacolo DON GIOVANNI di Lorenzo Da Ponte Musiche di W.A. Mozart, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 11 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nel Novembre 2008 è stato SEGNALATO con la seguente motivazione: "Questa messa in scena, inserita in un progetto di respiro internazionale sul mito di "Don Giovanni", è rivelatrice di una progettualità di grande rilievo, sorprendente in Istituti scolastici. In questo caso, non solo si dimostra una non comune capacità di gestione di linguaggi espressivi complessi, come la coreografia, il canto, i recitativi, oltre agli ormai abituali contesti scenografici e sstrumentali, ma anche il coraggio di far affrontare ai ragazzi, riuscendovi, la tradizione lirica italiana europea. La coralità dell'esecuzione è indice di una consolidata qualità di ricerca didattica e laboratoriale.

Locandina

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FOGLIO DI SALA

Il Cottini all’Opera? Precisamente: nel doppio senso, di rimettersi al lavoro nell’esplorazione di nuovi linguaggi e di cimentarsi con l’Opera lirica, genere che avremmo pensato inaccessibile, se non ci fosse stato proposto da “Lingueinscena”, rassegna di teatro scolastico della Città di Torino che ogni anno invita una scuola torinese e alcune scuole europee ad allestire ciascuno nella propria lingua uno stesso testo di autore italiano.
Allora si è trattato di accostarsi in punta di piedi, con umile studio e rigore al testo e alla musica, con i nostri strumenti, con i nostri studenti del Laboratorio “Cottini-Berti”, individuando per gradi che cosa fosse possibile cogliere e come, a modo nostro, dargli forma e interpretazione scenica.
La scelta di affidare i personaggi a turno a più interpreti ha consentito di farne emergere più sfaccettature e di arricchire, nel confronto, l’esperienza di tutti.

Nonostante il titolo originale e l’esplicito assunto moraleggiante del testo di mettere sotto accusa il libertinaggio della nobiltà settecentesca, spesso aleggia attorno alla figura di don Giovanni un’aura di tollerante estetismo, quasi di nostalgica ammirazione per segni simboli e rituali di una società che ha saputo rivestire di grazia ed eleganza, trine e merletti anche i più cinici e brutali rapporti personali e sociali.
Non così abbiamo voluto intenderlo noi, sostenuti in questo dalla musica di Mozart che, spaziando tra svariati linguaggi musicali, a volte ironizzando, altre volte esplicitamente incalzando e giudicando, sa toccare tutti i registri del rapporto amoroso nella società del suo tempo.
Così, fin dall’inizio si è voluto indicare la terribilità di quanto è accaduto e accadrà sulla scena, tragedia in punta di archetto più che commedia brillante od “opera giocosa”.
L’Ouverture sintetizza il racconto di donna Anna che, aggredita in casa propria da don Giovanni, riesce a metterlo in fuga, viene soccorsa dal padre e questi a sua volta viene ucciso e dall’aldilà attende vendetta.
Non mancano momenti lieti e festosi, ma la presenza o l’arrivo di don Giovanni sempre guasta e corrompe ogni cosa, essendo egli spinto soltanto da spirito di impudente sopraffazione, di tronfia volontà di possesso, spadroneggiando a proprio piacimento su tutto e su tutti. E non c’è grazia, non c’è raffinato decoro che mascheri l’ottusa prepotente volgarità del suo essere.

Poi ci sono gli altri personaggi: il servitore Leporello, la popolana Zerlina, donna Elvira, innamorata e tradita da don Giovanni. Anch’essi, secondo il livello sociale e psicologico, sembrano aver fatto proprio il modello di lui, sempre pronti, nel loro piccolo, a meschini opportunismi, compromessi e tradimenti.
E infine i personaggi tutti d’un pezzo, che incarnano i valori positivi di lealtà e fedeltà senza cedimenti: il Commendatore, padre di Anna assassinato, don Ottavio fidanzato di lei, Masetto sposo di Zerlina.
Tutti, direttamente o indirettamente, sono vittime di don Giovanni e tutti aspettano che in lui si compia qualcosa di assoluto e definitivo.

Dall’aldilà il Commendatore attende la vendetta. Nell’aldiqua tutta la società, uomini e donne, contadini, nobili, servitori, amanti tradite, gli chiedono di ravvedersi o invocano una superiore giustizia che lo punisca. Da parte sua don Giovanni, radicalmente incapace di cambiamento, vive soltanto nell’attesa di nuove illimitate conquiste amorose.
Attese tanto diverse convergono nella soluzione finale così che, se l’attesa dei vivi e dei morti trova soddisfazione, quella di don Giovanni lo porta soltanto a un cieco inconsapevole dissolvimento.

Umana vendetta? Giustizia divina? Auto-distruzione? La risposta allo spettatore.

Contatti

Liceo Artistico Statale Renato Cottini 

Via Castelgomberto, 20, 10136 Torino
Tel. 011 3241252 - 011 3241320
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