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Venerdì, 17 Agosto 2018 07:20

Don Giovanni

Il Gruppo Teatrolaboratorio con lo spettacolo DON GIOVANNI di Lorenzo Da Ponte Musiche di W.A. Mozart, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 11 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nel Novembre 2008 è stato SEGNALATO con la seguente motivazione: "Questa messa in scena, inserita in un progetto di respiro internazionale sul mito di "Don Giovanni", è rivelatrice di una progettualità di grande rilievo, sorprendente in Istituti scolastici. In questo caso, non solo si dimostra una non comune capacità di gestione di linguaggi espressivi complessi, come la coreografia, il canto, i recitativi, oltre agli ormai abituali contesti scenografici e sstrumentali, ma anche il coraggio di far affrontare ai ragazzi, riuscendovi, la tradizione lirica italiana europea. La coralità dell'esecuzione è indice di una consolidata qualità di ricerca didattica e laboratoriale.

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FOGLIO DI SALA

Il Cottini all’Opera? Precisamente: nel doppio senso, di rimettersi al lavoro nell’esplorazione di nuovi linguaggi e di cimentarsi con l’Opera lirica, genere che avremmo pensato inaccessibile, se non ci fosse stato proposto da “Lingueinscena”, rassegna di teatro scolastico della Città di Torino che ogni anno invita una scuola torinese e alcune scuole europee ad allestire ciascuno nella propria lingua uno stesso testo di autore italiano.
Allora si è trattato di accostarsi in punta di piedi, con umile studio e rigore al testo e alla musica, con i nostri strumenti, con i nostri studenti del Laboratorio “Cottini-Berti”, individuando per gradi che cosa fosse possibile cogliere e come, a modo nostro, dargli forma e interpretazione scenica.
La scelta di affidare i personaggi a turno a più interpreti ha consentito di farne emergere più sfaccettature e di arricchire, nel confronto, l’esperienza di tutti.

Nonostante il titolo originale e l’esplicito assunto moraleggiante del testo di mettere sotto accusa il libertinaggio della nobiltà settecentesca, spesso aleggia attorno alla figura di don Giovanni un’aura di tollerante estetismo, quasi di nostalgica ammirazione per segni simboli e rituali di una società che ha saputo rivestire di grazia ed eleganza, trine e merletti anche i più cinici e brutali rapporti personali e sociali.
Non così abbiamo voluto intenderlo noi, sostenuti in questo dalla musica di Mozart che, spaziando tra svariati linguaggi musicali, a volte ironizzando, altre volte esplicitamente incalzando e giudicando, sa toccare tutti i registri del rapporto amoroso nella società del suo tempo.
Così, fin dall’inizio si è voluto indicare la terribilità di quanto è accaduto e accadrà sulla scena, tragedia in punta di archetto più che commedia brillante od “opera giocosa”.
L’Ouverture sintetizza il racconto di donna Anna che, aggredita in casa propria da don Giovanni, riesce a metterlo in fuga, viene soccorsa dal padre e questi a sua volta viene ucciso e dall’aldilà attende vendetta.
Non mancano momenti lieti e festosi, ma la presenza o l’arrivo di don Giovanni sempre guasta e corrompe ogni cosa, essendo egli spinto soltanto da spirito di impudente sopraffazione, di tronfia volontà di possesso, spadroneggiando a proprio piacimento su tutto e su tutti. E non c’è grazia, non c’è raffinato decoro che mascheri l’ottusa prepotente volgarità del suo essere.

Poi ci sono gli altri personaggi: il servitore Leporello, la popolana Zerlina, donna Elvira, innamorata e tradita da don Giovanni. Anch’essi, secondo il livello sociale e psicologico, sembrano aver fatto proprio il modello di lui, sempre pronti, nel loro piccolo, a meschini opportunismi, compromessi e tradimenti.
E infine i personaggi tutti d’un pezzo, che incarnano i valori positivi di lealtà e fedeltà senza cedimenti: il Commendatore, padre di Anna assassinato, don Ottavio fidanzato di lei, Masetto sposo di Zerlina.
Tutti, direttamente o indirettamente, sono vittime di don Giovanni e tutti aspettano che in lui si compia qualcosa di assoluto e definitivo.

Dall’aldilà il Commendatore attende la vendetta. Nell’aldiqua tutta la società, uomini e donne, contadini, nobili, servitori, amanti tradite, gli chiedono di ravvedersi o invocano una superiore giustizia che lo punisca. Da parte sua don Giovanni, radicalmente incapace di cambiamento, vive soltanto nell’attesa di nuove illimitate conquiste amorose.
Attese tanto diverse convergono nella soluzione finale così che, se l’attesa dei vivi e dei morti trova soddisfazione, quella di don Giovanni lo porta soltanto a un cieco inconsapevole dissolvimento.

Umana vendetta? Giustizia divina? Auto-distruzione? La risposta allo spettatore.

Giovedì, 02 Agosto 2018 08:28

Dante

Il Gruppo Teatrolaboratorio con lo spettacolo PER UNA SELVA OSCURA (PAR UNE SOMBRE FORET)  alla Divina Commedia canti INFERNO: I, II, III, V, XIII, XXIV; PURGATORIO: I, XXVII  , al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 13 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nel ottobre 2010 è stato SEGNALATO con la seguente motivazione: "La collaborazione tra Liceo Artistico Cottini e l'Istituto Magistrale Berti produce ogni anno progetti tra i più interessanti del panorama nazionale e spettacoli tra i più coinvolgenti. In questa occasione è stata esemplare la lettura della commedia dantesca con un allestimento di grande fascino.

Questo spettacolo è stato rappresentato al Festival THEATRA di Saint Luois nello stesso anno.

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Dante
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FOGLIO DI SALA

Scortati dai versi di Dante, abbiamo compiuto un viaggio di formazione dell’uomo che, attraversando i luoghi più oscuri dell’animo e incontrando faccia a faccia esempi terribili e sublimi di umanità, impara a conoscersi e a riappropriarsi di se stesso e della propria vita.

  1. La selva oscura: lo smarrimento, la paura, le fiere minacciose e il rassicurante incontro con Virgilio. Comprendere di essersi persi e accettare una guida è il primo passo per poter risalire.
  2. La porta dell’Inferno: la soglia estrema che varcano i dannati verso il loro destino eterno senza speranza di ritorno, come ammonisce la scritta definitiva scolpita nella roccia.
  3. L’antinferno e gli ignavi: la massa senza volti e senza nomi di coloro che non vollero spendere la propria vita per nessuna causa, che non presero mai posizione né iniziativa e, indegni persino di entrare nel vero inferno, tra alti pianti e lamenti sono condannati a correre dietro a una bandiera senza insegna e senza senso, tormentati da insetti nocivi e molesti.
  4. L’Acheronte e Caron Dimonio: un’ulteriore soglia da varcare è il fiume Acheronte. Sulla sua riva si ammassano di continuo le anime dannate e la loro disperazione è tale che le induce addirittura a desiderare di passare di là.

A traghettarle è Caronte, con la sua barca che fa continuamente la spola fra una sponda e l’altra del fiume.

  1. Paolo e Francesca: nel girone dei lussuriosi i dannati sono travolti e sbattuti qua e là da una incessante bufera. Dante vede due anime che vanno abbracciate e si ferma a parlare con loro. Lei è Francesca, lui Paolo, rispettivamente moglie e fratello del Signore di Rimini che li ha assassinati entrambi perché innamorati l’uno dell’altra. Il loro amore, che li ha portati al tradimento e alla morte, si è trasformato nella loro prigione eterna.
  2. I suicidi e Pier delle Vigne: i violenti contro se stessi che si sono tolti la vita sono trasformati in una foresta di alberi stecchiti e spogli. Dante, che sente pianti e lamenti, spezzando un ramo ode la voce dell’uomo imprigionato là dentro: è Per delle Vigne, Segretario dell’Imperatore Federico II, fedelissimo funzionario dello Stato che si tolse la vita perché calunniato da cortigiani invidiosi. La sua rettitudine e la sua fedeltà non sono bastati a salvarlo, perché il suicidio è peccato assoluto, tanto che alla resurrezione questi peccatori non rientreranno nei propri corpi, che loro stessi hanno violentemente staccato da sé, ma li appenderanno inerti ai rami secchi degli alberi in cui sono imprigionati.
  3. I traditori e Ulisse: nel girone dei traditori le anime bruciano ciascuna dentro una fiamma. Dante ne scorge una in cui ci sono due dannati, Ulisse e Diomede, condannati per il tradimento del cavallo di Troia, e chiede di parlare con loro.
    E’ solo Ulisse a rispondere, che tuttavia non di questo parla quanto della sua ultima sciagurata impresa: di aver rinnegato i propri affetti e il proprio confine umano convincendo i suoi compagni a seguirlo per spingersi oltre le colonne d’Ercole, il confine ultimo posto dagli dèi, “acciò che l’uom più oltre non si metta”, in una titanica volontà di conoscere perfino il “mondo sanza gente”, dove trovò invece solo la fine in un tragico naufragio.

Quello di Ulisse è forse peccato filosofico più che etico perché la conoscenza, che può salvare l’uomo (Dante), può anche perderlo (Ulisse) quando “la diritta via era smarrita”.

  1. Il commiato da Virgilio:       attraversato l’Inferno e gran parte del Purgatorio, Virgilio conferisce a Dante la responsabilità di se stesso, perché ormai diventato sufficientemente del mondo esperto e delli vizi umani e del valore, e si allontana da lui. Visitato e compreso a fondo il mondo umano, potrà procedere da solo. Per il mondo divino (il Paradiso) avrà bisogno di altra guida (Beatrice). Ma qua termina il nostro viaggio.

Allestimento spoglio e scarno, tutto concentrato sul lavoro psichico e fisico degli attori cui si è chiesto di introiettare ogni verso e ogni situazione fino a poterli esprimere con tutta la persona.
Coralità totale, per cui non ci sono protagonisti ma tutti diventano a turno Dante, Virgilio, l’ambiente e i personaggi incontrati via via nel cammino.

IL 25 Maggio è stata inaugurata la mostra L’ARTE MODERNA E L’ICONOGRAFIA INFANTILE una ricerca sull’importanza, nell’arte e nella vita di ognuno di noi, delle immagini simbolo di natura e società.
Un’esperienza di gioco e di maturazione con i bambini che sono i primi spontanei assimilatori e creatori di questi segni comuni in tutto il mondo.
La 4C del nostro istituto ha lavorato precisamente con i bambini della scuola materna di via Guido Reni (i Coniglietti), con coordinamento della Prof. ssa Gloria Fava

ARTE MODERNA  e ICONOGRAFIA INFANTILE Biblioteca TORINO

 

Venerdì, 13 Luglio 2018 07:19

Mostra contro tutte le guerre 5A

Inaugurazione della mostra CONTRO TUTTE LE GUERRE. Prosecuzione del lavoro svolto per la Biennale Democrazia del 2017.

Un lavoro di pittura e riflessioni sul fatto che non sono mai cessate le guerre, c'è sempre stato un motivo per scontrarci contro altri popoli. 
L’arte, nella sua forma migliore, si è sempre impegnata per combattere la violenza.

MOSTRA CONTRO LA GUERRA ALUNNI 5A

Martedì, 13 Febbraio 2018 13:57

Orientamento in uscita

 2023/24

Il referente per l'anno scolastico 2023/24 è il prof. Anzalone. L'email di riferimento è Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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DESIGN in TOWN

PRESENTAZIONE:  30 novembre 2023 h. 19.30
presso LICEO ARTISTICO RENATO COTTINI di TORINO
Registrazioni al link:   https://www.designintown.org/presentazioni/liceo-artistico-renato-cottini/

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Nel mese di dicembre inizierà il corso di Preparazione ai test universitari (discipline Matematica e Fisica). 
Il corso, tenuto dai prof. N. Messina e prof.ssa L. Monno, si compone di 8 incontri da 2 ore, che si terranno
nell’aula 16 sede centrale, con orario 14:45 - 16:45 ed il seguente calendario:
 Mercoledì 13 dicembre
 Mercoledì 20 dicembre
 Mercoledì 10 gennaio
 Mercoledì 17 gennaio
 Mercoledì 31 gennaio
 Mercoledì 7 febbraio
 Mercoledì 21 febbraio
 Mercoledì 28 febbraio
Iscrizione
Per l’iscrizione è necessario compilare il form al link https://forms.gle/qvR68rzPszE4KCMw5 entro il 25 novembre 2023.
I nominativi degli iscritti riceveranno avviso di pagamento PagoPA per la quota di iscrizione di 40 euro, da pagare prima dell’inizio del corso
Verifica dei requisiti per svolgere le esercitazioni del corso
Per svolgere le esercitazioni del corso, ogni studente/ssa dovrà avere con sé (oltre al proprio quaderno di appunti e una penna) un cellulare o un tablet o un portatile, connesso ad internet e che non necessita di carica per la durata delle due ore. 
Le esercitazioni, infatti, saranno svolte in digitale tramite la piattaforma Google moduli ed usando il proprio account istituzionale.
Ogni studente/ssa è tenuto a verificare – prima di iscriversi al corso – l’adeguatezza del proprio dispositivo, provando a visualizzare e svolgere al mini-test di prova al seguente link https://forms.gle/6zTqxAzuqzRX9AuY7 
Per l’autorizzazione all’accesso: controllare che il browser sia già connesso all’account istituzionale prima di cliccare sul link, e non ad un altro account privato. A causa della presenza di immagini, il test è meglio visualizzabile con schermo largo o cellulare posto in orizzontale.
Per chiarimenti o informazioni, chiedere al prof. Messina e alla prof.ssa Monno 
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Iniziative di orientamento per studenti e studentesse UNITO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, incontri con i docenti, seminari, laboratori e molte altre iniziative rivolte agli studenti e alle studentesse degli ultimi anni delle scuole superiori)

STUDIARE IN EUROPA:  la guida offre una panoramica sulle opportunità in Europa per i giovani, dal programma Erasmus allo studio universitario in un'università estera e allo stage in un'azienda in Europa.

 

ORIENTAMENTO IN USCITA ALLIEVI DIVERSAMENTE ABILI: Informazioni utili sulle agevolazioni economiche, l'assistenza e i servizi di supporto per studenti disabili o con BES o DSA offerti dalle università. QUESTO SITO potrebbe risultare interessante per i neodiplomati o diplomandi con disabilità o bisogni educativi speciali che desiderano intraprendere un percorso di studi universitari. 

Le attività di orientamento che al momento risultano  programmate da alcune Università, Accademie e Istituti Universitari del territorio si svolgeranno in forma di Open Day on line e  webinar. Si consiglia agli studenti interessati di consultare i siti ufficiali delle diverse istituzioni e le date già pianificate, nel calendario che verrà pubblicato.

 

 
 
 
 
Sabato, 06 Gennaio 2018 23:44

Regolamento IDEI

Giovedì, 30 Novembre 2017 13:06

I Giganti della montagna

Il Gruppo Teatrolaboratorio con lo spettacolo I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Luigi Pirandello, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 10 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nel novembre 2007 ed ha ricevuto il PRIMO PREMIO con questa motivazione:
Nello spettacolo coesistono più linguaggi,ciascuno dei quali ben strutturato e adeguatamente sviluppato, per un risultato finale di ottimo livello. Con questo premio s'intende riconoscere la crescita costante e progressiva, nel corso degli anni, del laboraotrio scolastico del Liceo Artistico  "R. COTTINI" che ha aggiunto alla sua naturale vocazione "artistica" un approfondimento delle altre metodiche più pretamente "teatrali"

Ha ricevuto un secondo  PREMIO per la MESSA IN SCENA con questa motivazione:
Nella messa in scena di un testo incompiuto che costituisce un difficile banco di prova per Compagnie professionali, il Laboratorio del Liceo Artistico conferma la capacità di sviluppare diversi linguaggi dello spettacolo (l'interpretazione del testo, la coreografia, il mimo, la recitazione, il ruolo di musica) raggiungendo raaggiungendo un risultato finale di ragguardevole compiutezza.

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FOGLIO DI SALA:

Alla “Scalogna”, antica villa abbandonata ai piedi di una montagna, vivono in piccola comunità persone stravaganti sotto la guida del “mago” Cotrone.
Non hanno denaro né potere, hanno abbandonato la società ma sono allegri e sereni perché ognuno può essere ciò che davvero è, e addirittura può realizzare ciò che immagina o sogna di essere. I confini tra realtà e fantasia si sono fatti labili e qui tutto ha sapore di gioco, accadono e si fanno accadere prodigi e magie e a tutti sembra del tutto normale.
Arriva un giorno per sbaglio la “Compagnia della Contessa”, che da anni si ostina a voler recitare la “Favola del figlio cambiato”. Ma la commedia, opera di un poeta suicida per amore della stessa Contessa, ha incontrato solo il rifiuto del pubblico e ha precipitato la Compagnia in disgrazia e miseria.
I due gruppi si studiano e si confrontano. Cotrone invita i teatranti a fermarsi alla villa, a rinunciare al teatro e alla sua finzione per entrare in un mondo in cui si vivono le cose anziché rappresentarle.
La Contessa Ilse Paulsen, che non conosce compromesso, non accetta. Per lei il Teatro ha senso soltanto se esprime la parte più alta e nobile dell’uomo. Perciò la sua missione è recitare, e piuttosto che niente andrà a recitare per i Giganti che abitano sulla montagna, anche se rozzi, ignoranti, violenti, in cerca di evasione magari ovvia e volgare piuttosto che di “virtute e conoscenza”, per dirla con Dante.

Martedì, 31 Ottobre 2017 12:18

La Gatta Cenerentola

Il Gruppo Teatrolaboratorio con lo spettacolo La Gatta Cenerentola da Roberto De Simone, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 9 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nel novembre 2006 ed ha ricevuto il PREMIO PER IL TEATRO MUSICALE con questa motivazione:

Questa riduzione della Gatta Cenerentola di De Simone è certamente il prodotto migliore tra le opere musicali allestite dagli Istituti scolastici italiani e proposti al Festival.
E' straordinario il lavoro di formazione delle voci, di realizzazione dei costumi, di ricostruzione delle partiture musicali, di preparazione linguistica su un napoletano arcaico, recitato da ragazzi di altre matrici regionali.
Tutta questa complessa opera corale è stata interamente realizzata attraverso competenti risorse interne al Liceo Artistico, avendo in questo modo assicurata una significativa continuità di lavoro.

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 FOGLIO DI SALA

“Quando cominciai a pensare alla Gatta Cenerentola pensai spontaneamente a un melodramma” esordisce l’autore nella prefazione al testo. E noi abbiamo pensato a questo Melodramma per rispondere alla richiesta dei nostri allievi di mettere in scena uno spettacolo musicale Uno spettacolo musicale diverso dai musical che siamo abituati a vedere e a volte a subire. Una fiaba che tutti conosciamo e pure diversa, che ci conduce su sentieri inesplorati prima.

Molti ricordano negli anni ’70 il grandioso successo internazionale di quest’opera complessa, ricca di spunti, in cui si intrecciano e si riecheggiano linguaggi diversi: parola, immagine, musica, canto; in cui la parola è quella della lingua napoletana e sa modularsi su tutti i registri, dall’invettiva allo sberleffo, dal languore amoroso all’incantesimo, dall’ironia al cinismo.

E quella lingua napoletana non è un ostacolo alla comprensione ma è un mezzo espressivo che, insieme alla gestualità e alla sonorità, si impone alla nostra attenzione.

“Parole di un mondo diverso dove tutte le lingue sono una e le parole e le frasi sono le esperienze di una storia di paure, di amore e di odio, di violenze fatte e subite allo stesso modo da tutti. […]

La favola di Cenerentola è la storia di tutta una gente: le sue frustrazioni, le sue aspirazioni, il suo malessere, il suo desiderio di trasformazione, gli aspetti di un matriarcato che ha subito la violenza del patriarcato e la conseguente negatività dello stesso matriarcato dopo tale scontro” così ancora l’autore.

Cenerentola è gatta del focolare, sguattera e serva nella casa della matrigna con sei sorellastre (e sei sorelle sono le Madonne della Campania, ricordo di divinità pagane sulle quali prevalse, come vergine, la settima: la Madonna o Cenerentola). Come donna del popolo ha familiarità col potere, che subisce, ma anche con i poteri buoni dei monacelli, spiriti-folletti della casa che la trasformano in principessa per il ballo a palazzo reale. Cenerentola è Napoli stessa, città perennemente sottomessa al giogo di un potere straniero (soldati spagnoli, soldati francesi), disincantata e sognatrice, in cui però ancora accadono incantesimi e prodigi. Cenerentola è il popolo di Napoli, che in lei si riconosce e su di lei proietta frustrazioni e aspirazioni, come fanno le lavandaie: “E’ insomma nel personaggio femminile di una certa classe che il popolo qui si riconosce come per un antico desiderio di avere un capo che non sia la negativa figura del potere maschile.”

Opera corale che esprime un sentire collettivo popolano e colto, quotidiano e sacrale allo stesso tempo, che raccoglie attorno al personaggio di Cenerentola molteplici tradizioni letterarie e popolari in una trama fitta di simboli e di significati.

Apparentemente scanzonata, ironica, allegra, dal ritmo incalzante, a tratti frenetico, in realtà ruota attorno alle angosce centrali dell’esistenza: il sesso, il sacro, la morte.

Infiniti i riferimenti espliciti o simbolici alla sfera sessuale, a cominciare dalla scarpetta perduta (‘a chianella), che è simbolo di verginità e fecondazione allo stesso tempo. Ma secondo talune tradizioni a perdere la chianella fu per prima la Madonna e così si accende tutta una

Lunedì, 30 Ottobre 2017 09:49

Marat Sade

Il nostro Liceo Artistico, con il Gruppo Teatrolaboratorio si è presentato con lo spettacolo MARAT-SADE da Peter Weiss, al Festival Nazionale del Teatro "Elisabetta Turroni" 7 Edizione presso il Teatro BONCI, Comune di Cesena (EMILIA ROMAGNA) nell'ottobre 2004 ed ha ricevuto due Premi importanti.

  1. PRIMO PREMIO
  2. PREMIO per la CORALITA' con la seguente motivazione:
    IL coraggio della scelta di un testo quasi irrappresentabile oggi si accompagna con il lavoro tutto interno all'Istituto scolastico di preparazione laboratoriale e costruttiva che ha coinvolto una vasta e ben assortita equipe di ragazzi docenti e personale amministrativo.
    Il risultato è straodinario per l'efficacia dei meccanismi teatrali, che non lascia spazio a sbavature di sorta, per la cura dei dettagli e l'interprestazione omogenea di un gruppo il quale mantiene, dall'inizio alla fine una costante presenza corale in palcoscenico, sostenute anche da convincenti interpretazioni individuali.
    Di particolare interesse è la scelta musicale con alcune composizioni originali cantate del vivo, con adeguati movimenti coreografici.

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 FOGLIO DI SALA

Francia, 1808. Da quattro anni Napoleone è Imperatore e la Rivoluzione sembra cosa lontana.
Nell’ospedale psichiatrico di Charenton, tra malati di mente e dissidenti politici, è rinchiuso anche il Marchese de Sade che, grazie alle idee illuminate e progressiste della Direzione, gode del favore di poter continuare a scrivere e scrivere anche testi teatrali e metterli in scena facendo recitare i pazienti ricoverati. E fin qui è storia documentata.

Peter Weiss ha scritto il “Marat-Sade” a partire da questa situazione, costruendo un dramma nel dramma: i malati interpretano tutti i personaggi (ad eccezione del Marchese, del Direttore e delle Suore) così che ognuno è contemporaneamente un malato e il personaggio da lui stesso interpretato.
Si pone con questo il primo doppio livello di situazione e di significato in ogni gesto, in ogni parola all’interno della rappresentazione.
E’ festa per l’Ospedale e i malati ballano sotto lo sguardo vigile delle Suore. Il Direttore presenta con orgoglio lo spettacolo: l’assassinio di Marat da parte di Charlotte Corday, nel lontano 1793.
Anche sul piano temporale si ha continuamente un doppio rimando: uno è il tempo presente in cui i malati allestiscono lo spettacolo, un altro quello passato dei fatti raccontati dal dramma.
Intervengono quindi diversi banditori a presentare personaggi e interpreti (compariranno più volte a commentare l’azione, a dialogare col pubblico o a tranquillizzarlo nei momenti in cui la situazione sembra sfuggire di mano).

Il dramma inizia subito col clima turbolento della rivoluzione.
Parigi è in preda al delirio del Terrore: morte, orrore, sangue dilagano ovunque. La ghigliottina lavora giorno e notte; le piazze delle esecuzioni straripano di folle entusiaste, sguaiate e indecenti; tutti sono nemici di tutti, la piazza acclama tutto e tutto condanna.
La nobiltà, già a grandi numeri avviata alla ghigliottina, ancora si trastulla nei suoi fatui rituali di corte.
I malati un po’ recitano le parti che hanno imparato, un po’ si fanno prendere dalla situazione e dalle parole, così estranee al mondo dell’ospedale, e non è chiaro se questi siano momenti di uscita dalla propria follia o al contrario di più profonda caduta in balìa di essa.
A tratti affiora, da uscite inconsulte, la vera realtà dell’ospedale che segrega, rinchiude e riduce al silenzio individui di ogni classe sociale, malati e non malati ma tutti ugualmente sgraditi all’ordine costituito.
Tuttavia, ad ogni sbandamento intervengono il Direttore e le Suore a ribadire quell’ordine e ad esaltare il tempo presente che ha definitivamente superato il caos e i conflitti della Rivoluzione.
Qua e là si fa avanti anche un gruppo di improvvisati cantori: pazienti-popolani di infimo ordine che, con l’arguzia, lo sberleffo ma anche la pietà dell’animo popolare, anticipano, commentano e contrappuntano azioni e parole sia dei personaggi sia della situazione presente all’ombra di Napoleone.

Di Marat, attivissimo teorico e protagonista della Rivoluzione, si racconta l’ultimo giorno, nella sua casa, nella vasca ove si curava una malattia della pelle, assistito dalla fedele compagna Simonne e lì raggiunto e assassinato dalla Corday.
Sofferente per la malattia, egli sperimenta ora anche il dubbio, la delusione politica, la visione di tutta una vita di azione e di studi in tutti campi, dalla medicina, alla fisica, alla fisiologia, al diritto, sempre al di là dei confini riconosciuti e accettati, sempre duramente avversati dalla cultura ufficiale.
Ma, per una ulteriore sovrapposizione di piani tra realtà e rappresentazione, Marat non parla solo con i personaggi del dramma ma dialoga anche e soprattutto con il Marchese de Sade, autore e regista del dramma stesso. Dal confronto emergono due concezioni opposte: alla volontà di Marat di cambiare il mondo con la propria azione, il Marchese oppone una visione amara, disincantata, individualistica ed estetica dell’uomo e della storia.
Di Charlotte Corday, giovane nobile di Caen decisa a sacrificare la vita per salvare la Francia dagli eccessi della rivoluzione portati da Marat, si racconta il maturare della decisione, l’aggirarsi per la città sconvolta dalla violenza, il desiderio di contribuire a costruire un mondo migliore, il triplice tentativo di farsi ricevere nella casa di Marat e infine l’assassinio.

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Contatti

Liceo Artistico Statale Renato Cottini 

Via Castelgomberto, 20, 10136 Torino
Tel. 011 3241252 - 011 3241320
mail (segreteria): Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
PEC istituzionale: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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